Internet e social network entrano di prepotenza nel mondo delle lavanderie.
Ma siamo pronti?
di Letizia Baccichet
Da diversi mesi una nota azienda di telecomunicazioni ha avviato una massiccia campagna pubblicitaria ad episodi ambientati nella tintoria 'Na lavada e na sciugada'.
Una serie di spot che hanno colpito non solo per la verve comica dei protagonisti ma anche per la scelta della location. Una azienda di lavanderia a secco che viene presa a simbolo della necessità e convenienza di una impresa ad avere un collegamento internet efficiente ed un gestione computerizzata del servizio.
Un segnale importante. Anzi, una indicazione di indirizzo per tutti noi che ci conferma come sia giunta l’ora di interessarci seriamente delle nuove tecnologie, internet e soprattutto di Social Network (come utenti e categoria) e Social Media Marketing come imprenditori.
Facebook, Twitter, Badoo, FriendFeed, LinkedIn, sono tra i più noti strumenti di condivisione oggi sulla piazza e ci offrano la straordinaria possibilità di parlare (nel bene e nel male) del nostro mestiere, delle iniziative sindacali ma anche delle nostre scelte aziendali. E questo è vitale per il nostro futuro, perché permette di aumentare la conoscenza, la trasparenza e la lealtà nei confronti dei colleghi, ma anche dei nostri clienti.
Non possiamo sottovalutare infatti che anche nel nostro Paese oramai sempre più imprenditori catalogato i media sociali come “un nuovo ed efficace metodo per parlare ai clienti e coinvolgerli nelle scelte di marketing.
Quindi spazio a Facebook, Twitter e al nuovo nato Google+: solo con l’utilizzo continuo e appassionato di questi strumenti le nostre imprese saranno capaci di attrarre più clienti –soprattutto i più giovani- e quindi più fatturato. Sono fermamente convinta che anche il mercato della manutenzione dei capi, quanto prima, pianterà le tende (e le bancarelle) anche sui Social Network.
E’ bene quindi affilare le armi e conoscere il più possibile questi strumenti anche per evitare di incorrere in errori od abusi. E’ il caso recente di un gruppo di colleghi su facebook che è stato utilizzato da qualche “esterno” per denigrare l’opera dell’ANIL Confartigianato ed interferire sui rapporti tra dirigenti. Un tentativo miseramente fallito per l’inconsistenza delle accuse e le opportunità di controllo che sottostanno a questi programmi ma che fa intuire che le innovazioni vanno governate e non subite.