Le azioni di CNA di contrasto alle false "self"
di Anna Pioni, Vicepresidente Nazionale, CNA Tintolavanderie
Uno dei tanti problemi che la categoria sta attraversando è sicuramente quello delle lavanderie self così dette assistite.
La legge 84 del 2006, che ci riguarda, presenta sotto questo aspetto elementi di ambiguità che solo in parte sono stati chiariti in modo poco soddisfacente con delle circolari ministeriali e le amministrazioni comunali, alle quali fa capo l’onere dei controlli, si sono dimostrate fino ad oggi particolarmente distratte.
Le regioni hanno avuto comportamenti tardivi ed inefficienti nel doversi far carico dell’applicazione della legge nazionale che ci riguarda. SOLO ALCUNE REGIONI HANNO LEGIFERATO, altre si sono limitate ad emanare dei regolamenti e/o solo delibere per la semplice l’applicazione.
Questo ha generato caos nell’intero settore, alimentando forme di concorrenza sleale, praticata da lavanderie self service che a dispetto delle regole e delle disposizioni normative operano come lavanderie tradizionali.
Infatti, in base alla normativa appena richiamata, per l’esercizio della attività è necessario: designare un responsabile tecnico in possesso di un’apposita idoneità professionale, rispettare le specifiche disposizioni in materia sanitaria, ambientale, di salute e sicurezza sul lavoro. Oneri che gravano solo sulle lavanderie tradizionali. Per chiarezza è importante sottolineare che l‘associazione non ha nulla da contestare alle lavanderie a gettone che operano regolarmente. Si tratta infatti di attività commerciali, nelle quali sono presenti macchine a lavaggio ad acqua ed essicatoi, del tutto simili alle lavatrici per uso domestico, che vengono utilizzate direttamente dai cittadini per il lavaggio dei propri indumenti. Non è possibile fornire servizi aggiuntivi, che rimangono una prerogativa delle lavanderie tradizionali che rispettano le norme previste dalla legge di settore. Purtroppo la realtà è un’altra.
La CNA si è mossa in tutte le direzioni per cercare di risolvere il problema, spesso da sola, altre volte in collaborazione con altre associazione di mestiere. Molte energie sono state spese ma i risultati non ci hanno mai soddisfatto. Oggi finalmente qualcosa si muove.
La CNA ha avviato numerose iniziative di contrasto, in diverse regioni, verso quelle attività esercitate al di fuori delle regole, attraverso protocolli d’intesa sottoscritti con le istituzioni locali (Comuni e Guardia di Finanza) che, anche sulla base di nostre segnalazioni, si impegnano a fare i necessari e dovuti controlli.
E’ infatti di questi giorni il susseguirsi di notizie di sanzioni inflitte alle lavanderie self, che offrivano servizi aggiuntivi come stiratura, ritiro capi e consegna a domicilio. Una multa di 1.627 euro ad una lavanderia self irregolare della provincia di Lucca, e ancora il recente articolo pubblicato su un quotidiano Città Della Spezia, dove i Carabinieri della provincia hanno sanzionato un'altra lavanderia self irregolare. Un segnale di risposta importante che ci conforta nel proseguire nelle azioni di denuncia in tutti gli ambiti possibili.
L’azione di pressione sindacale che CNA sta portando avanti ha trovato un grosso sostegno da parte della RAI della regione Lazio che su nostra sollecitazione ha fatto un breve, ma efficace servizio, sul fenomeno dell’abusivismo nel nostro settore: un servizio giornalistico che ha evidenziato e portato a conoscenza di tutti quanto accade nella realtà, una concorrenza sleale che danneggia pesantemente il nostro settore, da parte di chi pensa di poter trovare facili scappatoie, compresa anche quella della evasione. Video disponibile sul Canale YouTube di CNA Roma www.cnapmi.orghttp://youtu.be/twpgimpDpbE Cosa si nasconde dietro una lavanderia a gettoni.
Un contributo determinate deriva proprio dalla possibilità di fare informazione e trasferire alle istituzioni, a tutti i livelli, quanto succede nella quotidianità. Un esempio per tutti, in sede di revisione sugli studi di settore delle Tintolavanderie sono emerse evidenti contraddizioni che devono richiamare l’attenzione delle istituzioni, soprattutto in considerazione del fatto che una lavanderia self irregolare è sicuramente fonte di evasione fiscale, non essendoci alcun obbligo di emissione di ricevuta fiscale. Un aspetto che è stato sollevato fortemente dalla delegazione della CNA che ha partecipato agli incontri organizzati dall’Agenzie delle Entrate.
L’azione di contrasto all’abusivismo, in tutte le sue forme, è sicuramente una priorità della CNA. La sleale concorrenza, basata sul mancato rispetto di norme e leggi, o sulla loro elusione, evitando così di pagare somme notevoli, per un carico fiscale sicuramente troppo oneroso non può passare sotto silenzio e quindi questa è un problema che deve trovare le attenzioni dovute, ma soprattutto delle soluzioni.
Il settore sta attraversando da troppo tempo una pesante crisi e da tempo denuncia le problematiche di cui sopra, compreso anche un carico fiscale eccessivo e una mole di adempimenti che ha raggiunto limiti non più sopportabili, che stanno determinando una sensibile contrazione delle attività del settore, con un impatto negativo anche sulla base occupazionale.