Faccia a faccia Unioncamere – Lavanderie (Confartigianato e Cna) in tema di lavanderie self service
Hanno preso parte all’incontro Carlo Zanin, Guido Radoani, Mariateresa Rubino e Andrea Saviane per Confartigianato, Annamaria Pioni e Antonella Grasso per CNA mentre per Unioncamere erano presenti il dr Amedeo Del Principe responsabile Filiere made in Italy ed il dr. Pierluigi Sodini Consigli Camerali e Registro Imprese.
“Le Tintolavanderie tradizionali sono attività artigiane regolamentate da una legge di settore -hanno spiegato Carlo Zanin e Annamaria Pioni rispettivamente presidenti nazionali di Confartigianato e Cna -, che individua una serie vincoli e di requisiti professionali, per l’accesso alla professione abbastanza stringenti, che si aggiungono ad una serie di autorizzazioni e adempimenti di natura ambientale. Le lavanderie self service, invece, si configurano come attività commerciali attraverso il noleggio lavatrici professionali ed essiccatoi utilizzati esclusivamente dalla clientela. Due mondi quindi, chiaramente distinti che si rivolgono a due clientele differenti. Ma, a causa da un lato del calo dei consumi che ha colpito il settore e dall’altro del requisito obbligatorio di avere un responsabile tecnico, che ha oggettivamente reso più difficile l’accesso alla professione, si verifica sempre più spesso che, accanto ad una lavanderia self (e quasi sempre all’interno del medesimo locale), venga denunciata contestualmente alla competente Camera di Commercio, un’attività di stireria o sartoria, con il solo scopo di legittimare la presenza di un operatore che poi, impropriamente, fornisce un servizio di completa assistenza all’interno della self”.
“Questo comportamento -hanno proseguito i due dirigenti- come sappiamo, vìola la normativa vigente e genera un fenomeno di concorrenza sleale verso le lavanderie tradizionali, oltre che di evasione fiscale e contributiva”.
Trovare una forma tecnica nelle procedure camerali per vietare la possibilità di aggiungere al Registro Ditte della Camera di Commercio, l’attività secondaria di sartoria e piccole riparazioni, alla principale di lavanderia a gettoni, è stata la richiesta unitaria. Obiettivo, far venir meno le condizioni oggettive di evasione ed elusione fiscale e contributiva, che al momento è più difficile riscontrare da parte degli organi di controllo.
L’azione normativa generale risolverebbe in gran parte il problema, in quanto verrebbero a mancare i presupposti per giustificare la presenza di personale all’interno dei locali che non sia atto alla pulizia del locale stesso, alla ricarica delle gettoniere e alle mere attività di manutenzione strumentale delle lavatrici e degli essiccatoi.Una indicazione di questo tipo benché possa essere dedotta da alcune indicazioni del Ministero, non essendo norma primaria viene di fatto disattesa dalle Camere di Commercio che non dovrebbero consentire l’esercizio, benché secondario, di attività aggiuntive oltre quelle previste per le lavanderie self service.
I due funzionari Del Principe e Sodini - responsabili del Servizio Registro Imprese e Anagrafi Camerali – hanno inquadrato immediatamente il problema dichiarando di poter provare ad intervenire sul sistema camerale attraverso indicazioni operative chiare ai Conservatori dei Registri Imprese. Si sono quindi impegnati a trovare nel minor tempo possibile una soluzione tecnica con Infocamere per risolvere il problema delle imprese iscritte come lavanderie "self service" e alle quali sono stati aggiunte attività e servizi.
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