E’ legge lo Statuto delle Imprese
Sburocratizzazione, recupero dei crediti e sanzioni più dure per i ritardi nei pagamenti le disposizioni più attese.
di Letizia Baccichet
In una fase politica ed economica delicatissima per il nostro Paese giunge dal Senato una notizia straordinaria per l’artigianato: lo Statuto delle Imprese, ovvero l’insieme di quelle disposizioni che recepiscono lo Small Business Act europeo riconoscendo il ruolo economico e sociale delle micro e piccole imprese, è legge dello Stato.
Un voto definitivo avvenuto –e non è banale in questo momento- solo due settimane dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati, e soprattutto all’unanimità.
La nuova legge fissa una serie di principi di carattere generale come la progressiva riduzione degli oneri amministrativi e la trasparenza ed equità nell’accesso al credito. Ma quello che più ci interessa come imprese è il capitolo del testo in cui vengono definiti i rapporti con le Istituzioni: in questo ambito sono inserite la delega per attuare la direttiva Ue sui tempi di pagamento nelle transazioni commerciali tra privati e con la Pubblica amministrazione e le norme in materia di appalti pubblici.
Un toccasana per i nostri imprenditori che sono i creditori messi peggio in Europa.
Per incassare si attende in media 79 giorni se il pagatore è un privato, 96 se è un’altra impresa, e 180 giorni se si tratta della PA. Se tutto va bene, chiaramente, perché chi si rivolge a un tribunale potrà attendere fino a più di tre anni per far valere i suoi diritti.
In questa carta dei diritti, infine, c’è un nuovo principio che potrebbe rivelarsi fondamentale per il variegato mondo delle lavanderie artigiane. Quello che stabilisce la proporzionalità da rispettare, nell’introduzione di leggi e adempimenti, in base alla dimensione e al settore merceologico dell’impresa.
Sono curiosa di vedere quali saranno gli effetti di questa nuova norma in fase di attuazione del Sistri (il famigerato sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti) che, oltre a non funzionare ancora a due anni dalla sua attivazione, è decisamente sproporzionato rispetto alla realtà delle nostre lavanderie a secco ed in generale della piccola imprese italiana.